Eravamo già stati al NORD un anno prima, quando, presi dalla fascinazione delle foreste dell’entroterra e dallo strano clima bipolare di luce o buio, visitammo Tallinn, Helsinki e altre città finlandesi (in particolare Savonlinna e Jyväskylä).
Non avevamo tenuto conto del divario culturale e sociale che poteva avere l’Estonia, stato figlio dell’esperienza sovietica, se confrontata allo stato regale danese di stampo occidentale; per molti versi più simile a quanto eravamo abituati a trovare nel nostro contesto, ma con quello spizzico di welfare state che i magazine e le classifiche hanno sempre celebrato (vedi World Happiness Report delle Nazioni Unite);



né ne avevamo considerato l’enorme differenza naturale con la Finlandia: da un lato le foreste boreali dipinte da migliaia di laghi multiformi e multidimensione; dall’altro orizzonti gialli e verdi di campi coltivati, e le coste di gesso bianco dell’isola di Møn.


Un po’ disillusi dall’eccessiva celebrazione monarchica, che anche qui, come nelle grandi esternazioni di potere di oggi, si mostra come uno spettacolo mediatico per il grande pubblico, decidemmo di approcciare il viaggio con una curiosità concreta, meno idealizzata.
Di primo impatto: il verde ben inserito all’interno del centro urbano, le torri dei castelli che svettano nel cielo dietro gli edifici, riportando la modernità al passato, e il brulicare di bici in movimento nella complessa rete ciclostradale studiata ad arte. Un sogno, specie quest’ultimo aspetto, specie se mi tocca fare un paragone con Torino, dove le automobili intasano le strade persino a sé stesse, rendendo il trasporto alternativo sempre più inattuabile e pericoloso.
Vorrei quindi incominciare questa prima serie fotografica proprio sulla bic1icletta, non solo in quanto mezzo “di trasporto” su strada, ma soprattutto come strumento da valorizzare per emanciparsi dal preponderante, arrogante e inquinato mondo delle automobili.














